Ho compreso che è inutile cercar lo splendore,
nell’apparenza di cose che sono vago bagliore
dell’astro sotto cui si compiono nefandezze,
gli occhi sono ingannati dalla percezione
che cerca luce come un ubriaco senza nome,
e scarta le ombre di più reali amarezze.
Basta! ci sarà pure un luogo esistente,
dove il mesto e antico serpente
non faccia delle sue fatali spire
la forma del nostro eterno divagare!
I meandri putridi del nostro indugiare.
Un posto dove meta non coincida con mire,
dove di noi, le ombre sono il vero riflesso
e la luce la tenebra del cupido amplesso,
e non dove quelli che attendono morte
nella speranza di estinguer la sorte,
vagheggian la luce di un eterno giaciglio
senza spogliarsi di umano cipiglio.
Un posto dove le ombre sono nostre e la luce è di tutti,
dove solo per saggezza gli occhi sono asciutti,
e quando tendi la mano essa contempla se stessa
verso tutto ciò che vibri, esista e si muova,
non più verso ciò che di te è di luce riflessa
Ecco! questo mi basta perché la mia luce sia nuova!