L’odioso traffico e sfruttamento dei minori a scopo sessuale, il c.d. turismo sessuale. Ad ognuno di noi è capitato viaggiando per il mondo, di assistere direttamente a queste cose, ma per una specie di autodifesa esorcistica abbiamo cercato di non farci troppo caso. Chi per Business chi per vacanza, capita sempre più spesso. A me, ad esempio, è capitato in Cina, in un albergo per occidentali, di vedere uomini di almeno 65 anni, accompagnati da ragazze cinesi poco più che maggiorenni. Alla fine, ascoltando i commenti qua e là, si aveva la sensazione di una totale assoluzione del distinto “Signore” e spesso veniva liquidata la pruriginosa questione morale con un “ma tanto quelle sono prostitute, sanno quello che vogliono, anzi sono loro a spennare le povere vittime!” Non sono forse gli stessi commenti che ascoltiamo, con caffè all’orticaria, nei nostri bar “Fanno bene, se potessi lo farei anch’io, la vita bisogna godersela, tanto poi domani magari crepo. E poi alcune sembrano già donne, la gnocca è la gnocca ecc..” e tutto lo scibile dei luoghi comuni e frasi fatte.
Purtroppo invece, a mano a mano che ti inoltri nell’approfondimento, nella cloaca della miseria e del disprezzo umano, pensi ogni ogni volta di aver raggiunto il fondo di quel barile, che si presenta sempre ricco di mosto e promesse (spiagge meravigliose, bei locali e alberghi), e che invece contiene in realtà tutti gli escrementi possibili dell’agire umano. La cosa che ancora fatico a sopportare di quegli “uomini, predoni di piccoli corpi o di corpi che sembrano di donne, ma nascondono tutta la gracile silhouette di chi è cresciuto in fretta con la forza della miseria, dicevo la cosa di cui non mi faccio una ragione, è l’aperta e sfacciata impenitenza di queste persone, che con lo sguardo predatorio perennemente acceso dai fuochi mal celati di un’astinenza sempre troppo lunga, affermano che in fondo non vi sia nulla di male, a dare un po’ di tregua alla miseria in cambio di qualche piccola “coccola”, per usare un eufemismo. Che comunque in quei luoghi, è normale che uomini canuti si accompagnino a piccoli corpi incompleti. In fondo dicono, “l’uomo è uomo, e poi in Europa le donne non la danno più, in fondo le aiutiamo, e se lo fanno significa che sta bene anche a loro. E poi voi che ci giudicate, fareste lo stesso, solo che non ne avete il coraggio, ma anche voi siete predatori nati di carne fresca, solo che per ipocrisia non volete ammetterlo”. Ecco l’altro punto, la potenza degli spregiudicati riesce ad atterrire i più deboli, al punto di privarli della gravità necessaria ad essere sicuri della propria direzione. E’ come se le loro pesanti parole, ci immobilizzassero dialetticamente, come in quegli strani sogni in cui malgrado tentiamo di muoverci, siamo fermati da una forza che ci rallenta e che ci impedisce di spostarci. Gli strampalati teoremi dei predatori, finiscono per far vacillare le nostre certezze. Ci diciamo, “E se avessero ragione, forse ci è mancata finora l’opportunità o il coraggio di avvicinare una minore o comunque una donna in vendita, e se anche noi alla fine fossimo solo mostri mancati?” La realtà è che non si sceglie per mancata occasione, ma perché si pensa che una certa cosa non sia giusta e vada allontanata da sé con tutta la forza, anche qualora si scoprisse di aver avuto qualche strana amena scintilla.
Nulla potrebbe comunque descrivere cosa accade in quelle squallide stanze di città vermicolari, di un terzo mondo che cambia solo nome e tratti somatici, ma che ripete con geometrica frequenza il paradigma occidentale dello sfruttamento incondizionato di materia prima, inorganica e d organica che sia. In questo ciclopico impastatoio divora tutto, ci finiscono anche queste bambole spezzate, cioè queste bambine, Birmane, nepalesi, tailandesi, brasiliane e di ogni dove, gettate nelle baraccopoli di megalopoli alla blade runner, dove fango, lamiera e mestizia, sembrano essere le uniche componenti della civiltà umana. Un’umanità violata nell’atto fondativo della sua crescita, e quindi senza futuro. Eppure in questo schifo profondo come la litosfera, ci sono delle piccole luci dal sapore divino, perché tra tutti sono a Dio le più care, queste bambine. Come dice il mantra buddista Om mani Padme Hum, che potrebbe essere tradotta in “Salve gioiello nel fiore di loto”, queste esseri divini, come il loto, affondano i loro piedini nel fango, un fango fatto di corpi adulti viscosi che strisciano gli uni sugli altri, in una melma nauseabonda che partorisce se stessa ogni giorno.
<em>Queste bambine, non ci illudiamo, capiscono benissimo ciò che accade loro, sono molto sveglie, la pianta dei piedi è callosa per assenza di scarpe, così come la loro capacità di sopportazione. malgrado ciò, spesso quando viene chiesto loro di descrivere ciò che uomini sempre più vecchi fanno a bambine sempre più piccole (e le richiedono sempre più piccole, anche di 6-8 anni), spesso tacciono, gli occhi si gonfiano di un pianto strozzato che non diviene mai lamento. Proviamo ad immaginare cosa significhi ciò. Bambini cresciuti nella miseria, nella fame, malattie e spesso guerre, quindi abituati ad ogni sorta di sciagura umana, non riescono ad esprimere ciò che viene fatto loro, perché quello schifo è peggiore di tutti gli altri che hanno già vissuto.
Trovo insopportabile, che contemporaneamente al saccheggio sistematico delle risorse naturali di questi paesi, stiamo depredando o meglio predando, come nell’ultimo scherno e dispetto del vincitore, la loro unica e vera ricchezza, i loro bambini.La Vergine Maria, avrebbe detto in alcuni messaggi, che non riesce più a trattenere il braccio del figlio furioso, perché ormai la terra è disprezzo, ingiustizia e malvagità, figuriamoci poi, penso io, quando vengono toccati i bambini a lui più cari fra tutti. Sono credente e non so e quando ciò accadrà, ma anche da semplice cittadino, dico che il vaso è colmo, non è più tempo di dormire, dobbiamo unirci e fermare questo abominio, compiuto per giunta alla luce del sole, segno di un efferatezza tanto sicura di sé da non aver più bisogno della complicità delle tenebre. Si potrebbe dire, sempre per chi ci crede, che Il diavolo è uscito così dalle tenebre e lavora di giorno con noi e per noi.
Agiamo! con ogni mezzo, anche quello scritto, partiamo anche noi in un viaggio di turismo contro il sesso malato. Già, perché non parlo solo delle bambine, ma anche dell’uso e della concezione che delle donne in generale abbiamo quando parliamo di sesso. E’ la cultura machista e maschilista, chiamiamola come ci pare, la madre di tutte le moderne storture, la pedofilia ad esempio ne costituisce solo il sotto sistema, di un unico grande sistema, che vede la donna come oggetto del desiderio e consumo usa e getta, non importa in quale punto del grafico cartesiano si trovi. Come spiegare altrimenti, l’orribile tratta di donne dell’est e che intere città come Riga o Kiev, siano divenute le capitali europee della prostituzione. Parliamoci chiaro, non dimentichiamo il ruolo che ha avuto la volgarità politica in tutto questo, dove più volte è stato sdoganato come espressione della libertà privata, prima mediatamente e poi culturalmente, il concetto stesso dell’uomo anziano in cerca di libido giovanile, a qualunque costo. Basta, mi fermo perché mi mancano le forze, tanto l’argomento mi genera sofferenza e dolore. Vorrei solo fare una cosa, partire, cercare di raccogliere quante più di queste bambole rotte, che potrebbero essere mie figlie, mie sorelle e mie amiche, e se possibile cercare di ripararle, e cercare nel mio infinito piccolo di riparare al tempo stesso l’infamia imperitura di cui ci siamo macchiati tutti, chi con l’azione, chi con l’indifferenza, infamia per la quale sono certo, a nessuno sarà fatto sconto da colui che tutto vede.
Paolo Maggiori Conte