Ho scritto questa poesia dedicata ad Anna Frank, il 9 Maggio 1995
I fiori di Bergen Belsen
Sono cresciuti li dove Anne Frank,
Ha abbandonato il suo giovane corpo.
Il vento li fa vacillare
Come la gracile figura di Anne,
Gli ultimi giorni del suo tormento.
Sono così fragili quei fiori,
La loro vita così effimera,
Come quella di Anne.
I loro petali freschi,
Ci ricordano il suo volto,
E i loro numero, ultimi giorni di Anne.
Vorrei raccogliere uno di quei fiori, Ma sono di Anne,
Sono le note del suo vissuto,
e se togli una nota che rimane del canto?
Non c’era musica nell’inferno di Anne,
Ma solo grosse pedule da adulto,
Trascinate nella polvere e fango, da piccoli corpi ossuti.
Volti aguzzi, inchiodati da occhi troppo grandi,
Ghiacciati come inverni bruschi, che seguono un’estate,
L’autunno non esiste a Bergen Belsen, non ci sono i colori per viverlo.
Unico termometro del tempo, Il silenzio, le grida e gli arrivi,
E poi la marcia dei soldati così precisa e potente,
Opposta ai passi deboli e zoppicanti, di coloro che non sembrano ne uomini, né bambini.
E poi i morti senza rumore,
Troppa poca vita, a finché si possa chiamare morte
L’irrigidimento dei corpi.
Troppa fatica nei vivi
Perché possano sospirare una parola
Troppo poche lacrime, negli occhi secchi.
Troppo poca pelle sui volti,
Per comporre le smorfie di un emozione
Anne! Anne!
Non coglierò mai i tuoi fiori!
che il mondo intero veda,
che hanno vinto su tutto!